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Vittoriano
ProgettistaGiuseppe Sacconi
AnnoCostruzione1882-1935
StileNeoclassico
NazioneItalia
CittàRoma

Il Vittoriano, o Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II, è uno dei 7 simboli patri dello Stato italiano. Da quando ospita il Milite Ignoto, viene anche chiamato Altare della Patria.

Alla morte di re Vittorio Emanuele II, nel 1878, fu deciso di innalzare un monumento che celebrasse il Padre della Patria e il periodo del Risorgimento italiano. Nel 1882 fu bandito un concorso per la sua progettazione a cui presero parte 98 progettisti italiani. Vinse il concorso il ventottenne architetto marchigiano Giuseppe Sacconi. Il progetto di Sacconi si ispirava a grandi edifici del mondo classico, come l’Altare di Pergamo e il Tempio di Palestrina. Ancora oggi il Vittoriano è il più grande monumento in marmo botticino (proveniente dalla provincia di Brescia) mai realizzato al mondo.
Per la costruzione furono necessari numerosi espropri e demolizioni effettuati grazie a un dettagliato programma del Primo Ministro Agostino Depretis. La statua equestre di Vittorio Emanuele II fu affidata a Enrico Chiaradia e fu completata nel 1889 da Emilio Gallori per essere inaugurata nel 1911.

Il complesso monumentale venne inaugurato da re Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911, in occasione dell’Esposizione Internazionale per i 50 anni dell’Unità d’Italia. I lavori terminarono però molto più tardi (le due quadrighe sormontate da vittorie alate, opere di Carlo Fontana e Paolo Bertolini, furono poste sui propilei rispettivamente nel 1924 e nel 1927, mentre gli ultimi lavori terminarono nel 1935).
Il portico esterno è in stile neoclassico con colonne corinzie, che si ispirano al Tempio di Nike (la Vittoria Alata) di Atene. Davanti all’edificio sono presenti due fontane che rappresentano due mari: quella di sinistra rappresenta l’Adriatico, rivolto a est, con il Leone di San Marco, mentre quella di destra rappresenta il Tirreno, con la lupa di Roma e la sirena Partenope, che simboleggia la città di Napoli (da questa sirena nasce l’aggettivo partenopeo).
La scalinata è stata riaperta nel 2000 dopo circa 40 di restauri dell’intero complesso. All’interno si trovano spazi espositivi dedicati alla storia del Vittoriano e la sede del Museo centrale del Risorgimento. Il monumento è decorato con elementi vegetali, tra cui la palma che simboleggia la vittoria, la quercia per la forza, l’alloro per la pace, il mirto per il sacrificio e l’ulivo per la concordia.
Nel 2007 è stato ultimato l’ascensore che porta alla terrazza delle quadrighe, raggiungibile anche da 196 gradini che partono dal colonnato; da qui si gode di una splendida vista sull’intera città.

Sulla scalinata si trova l’Altare della Patria vero e proprio. Davanti ad esso si trova il picchetto d’onore e la grande statua della dea Roma con sfondo dorato. Il bassorilievo qui presente rappresenta il lavoro, con raffigurate le allegorie (da destra a sinistra) dell’Agricoltura, dell’Allevamento, della Mietitura, della Vendemmia e dell’Irrigazione, poi il genio alato del Lavoro sale su un grande aratro trionfale, seguito dall’Industria. Il secondo bassorilievo rappresenta l’Amor di Patria, con una rappresentazione (da sinistra a destra) di tre donne che portano corone onorarie a Roma, seguite dalle insegne legionarie, poi il carro dell’Amore di Patria e l’Eroe, a cui segue il Fuoco sacro della Patria. Sopra alle 16 colonne centrali ci sono le statue delle regioni d’Italia; da sinistra a destra sono: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzi, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Sulla base del monumento equestre di Vittorio Emanuele II si trovano le statue che raffigurano le 14 città nobili d’Italia. Queste sono:

  • Genova, che indossa l’abito dei dogi della Repubblica;
  • Milano, con lo scudo che raffigura il biscione, simbolo dei Visconti, e la croce comunale;
  • Palermo, che ha intorno al braccio il serpente simbolo della città;
  • Firenze, che indossa il lauro della poesia e assomiglia a Beatrice, l’amata di Dante Alighieri;
  • Venezia, che riporta il Leone di San Marco;
  • Napoli, che indossa un abito regale e la collana di dignità;
  • Bologna, che porta la corona dottorale (a Bologna è nata la prima università) e un codice del Diritto;
  • Ravenna, che indossa gli abiti dell’esarcato bizantino;
  • Torino, che indossa un’armatura (la statua è centrale, in quanto Torino fu la prima capitale d’Italia);
  • Ferrara, con la lira che rappresenta la corte degli Estensi;
  • Pisa, che indossa il berretto frigio a ricordo della Repubblica di Pisa;
  • Mantova, che indossa la corona ducale e ha Virgilio raffigurato sullo scudo;
  • Amalfi, con lo stemma che raffigura la bussola inventata dal navigatore Flavio Gioia;
  • Urbino, che indossa abiti rinascimentali per ricordare il periodo d’oro della città.

Sono presenti altre 6 statue (4 in marmo botticino e 2 in bronzo); raffigurano gli ideali e i valori italiani. I gruppi hanno un’altezza di 6 metri e sono:

  • Il Pensiero, in bronzo, a sinistra guardando il monumento;
  • L’Azione, in bronzo, a destra;
  • Il Sacrificio, a destra all’interno;
  • Il Diritto, a destra all’esterno;
  • La Forza, a sinistra all’esterno;
  • La Concordia, a sinistra all’interno.

All’interno del Vittoriano si trova il Sacrario delle Bandiere in cui sono custodite le bandiere di guerra dei reparti militari disciolti e delle unità navali radiate dal naviglio dello Stato, oltre che le bandiere degli istituti militari e delle unità appartenenti ai corpi armati dello Stato (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza) disciolte. Sono anche custodite le bandiere e gli stemmi di combattimento delle unità della Marina Militare, nonché vari cimeli di guerra, soprattutto risorgimentali.

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